Martedì 14 giugno
ore 21.30
La guerra è il peggiore dei mali, l’unica forma di odio collettivo che non appartiene neanche alla razza animale nel suo insieme, ma solo all’uomo.
La guerra è distruzione e morte, un disastro che tende all’annullamento della vita e delle cose, una sfida terribile e incerta la cui eredità è la devastazione materiale e l’odio fra le nazioni, fra i gruppi, fra i singoli individui.
Credo alla sacralità della vita, e sono agghiacciata di fronte alla violenza e alla distruzione anche di una sola esistenza umana.
Questi sentimenti e queste convinzioni mi hanno spinto a raccogliere le testimonianze di uno dei grandi oppositori totali della guerra, un grande medico, e un grande uomo: Gino Strada.
Non è la storia della sua vita, è la via che lui ha indicato nelle interviste, nelle lettere, nei convegni, per uscire dal tunnel della guerra: analisi, riflessioni e sicuramente un’idea di libertà che sa esprimere soltanto chi la guerra l’ha conosciuta nel profondo, chi si è sporcato le mani con il sangue delle vittime. Non è la storia di Emergency, la “creatura” di Strada, ma la sua visione del mondo e dell’esistenza, l’etica che ha sostenuto tutte le sue opere e che egli ha messo al centro di ogni sua lotta.
Gino Strada dice che bisogna inseguire le utopie e che le utopie possono diventare realtà. L’utopia che egli inseguì durante tutta la sua vita era l’eliminazione della guerra dall’orizzonte umano, partendo dall’eliminazione del concetto stesso: rendere la guerra inconcepibile e inammissibile, ecco cosa voleva Gino Strada.
Quando la guerra diventerà un tabù assoluto, pensava, sparirà anche come fenomeno reale. Ciò che più conta, nel suo caso, è che l’ideale è nato dalla lunga esperienza di chirurgo di guerra sui fronti più caldi e nei conflitti più terribili, impegnato a salvare e guarire uomini e donne straziati dai combattimenti.
Il teatro è una forma viva attraverso la quale si può comunicare con altri uomini lì presenti, davanti a te, portatori dello stesso bagaglio di emozioni. A teatro il vero protagonista è il pubblico. Perché allora non trasmettere l’idea radicale di non violenza di Gino Strada – uomo che la violenza l’ha vista e vissuta nelle sue forme più atroci – attraverso una rappresentazione teatrale?
Sul palcoscenico Antonio Gargiulo sarà il Virgilio che ci accompagnerà attraverso l’inferno della guerra, con le sue stesse parole – tratte da interviste, interventi pubblici, scritti – guidandoci fino alle soglie del Paradiso, cioè del mondo senza cannoni che tuonano e senza aerei che bombardano.
A commentare il viaggio saranno le musiche eseguite da Simone Spreafico e Luca Garlaschelli, e aventi come filo conduttore la guerra, con i suoi lutti, le sofferenze, l’eroismo, la nostalgia e la voglia di pace.
Il nostro monologo, il nostro lavoro, vuole arrivare a denunciare tutto quello che riguarda la violenza e la distruzione. Noi, che crediamo nell’uomo, vogliamo aprire la strada alla speranza.