Legnano (Milano), 28 giugno 2020 – «Faremo di tutto per rimanere aperti, se dovremo lavorare a metà ci rimboccheremo le maniche e ne verremo a capo anche per quanto riguarda il sempre affollato cineforum”. Marino Bellaria non si dispera e condensa così il presente e il futuro. Il presidente e responsabile legale della cooperativa Cineproposta, 67 anni, legnanese, è l’anima (insieme ai tre soci) del Cinema Sala Ratti. Un luogo cult per i cinefili, sala d’essai dal 2004, una programmazione basata al 70-80 per cento di film d’autore. Chiusa dal 24 febbraio per l’emergenza Coronavirus, il Ratti avrebbe potuto riaprire da metà mese, ma così non è stato.
Presidente Bellaria, il decreto del Governo dell’11 giugno ha sancito la riapertura delle sale da lunedì 15 giugno. La Ratti è ancora chiusa. Il telefono suona a vuoto e sul sito solo la lettera-petizione. Cosa diciamo, guardando in prospettiva?
“Diciamo che è cambiato l’umore e la tensione delle prime settimane di lockdown. Allora c’era il terrore quotidiano: quando finirà questa pandemia? L’interesse delle persone era sulla salute e le cose primarie, tutti ricordiamo gli assalti ai supermercati. Il cinema, come il teatro e i concerti, non erano considerati cose necessarie. Tutti dicevano la loro, ma non gli esperti di settore”.
Parlavano eloquentemente le cifre di una crisi che aveva travolto il mondo del cinema, non è così?
“Sì, i dati nazionali erano lampanti: 1.600 sale cinematografiche chiuse, quattromila schermi muti, seimila operatori in cassa integrazione. Un’ecatombe per l’industria del cinema”.
Ma il Ciak d’estate 2020 si farà?
“Stiamo valutando, insieme al Cinema teatro Galleria, di organizzarlo alla Corte dei gelsi del Castello di Legnano, e non più nel cortile esterno della Sala Ratti, non sarebbe stato economicamente sostenibile. Abbiamo fatto un sopralluogo, e attendiamo a giorni la risposta del Comune. Nel contratto d’affitto con l’Amministrazione si dice che come Cooperativa Cineproposta dobbiamo garantire un certo numero di proiezioni all’aperto in estate, svolgendo noi un ruolo di promozione culturale. L’intenzione sarebbe partire con le proiezioni da metà luglio e arrivare a metà settembre”.
Settembre, per Bellaria, sarà un mese cardine per pensare al futuro della Sala Ratti.
“Parteciperò alla Mostra internazionale del cinema di Venezia, in programma dal 2 al 10 settembre. E quella per me sarà la cartina al tornasole. La mostra darà indicazioni concrete”.
Come potrebbe ripartire la Sala Ratti?
“Al momento il protocollo sanitario è ancora rigido. Abbiamo 180 posti, con il distanziamento si ridurranno a meno di cento. Le poltrone sono a meno di un metro l’una dall’altra, per cui per un posto disponibile ne vanno sacrificati due. Le file sono invece già distanziate. Troveremo una soluzione per l’assegnazione dei posti a sedere. A oggi all’ingresso ci si deve presentare con la mascherina e fino alla poltrona, poi può essere tolta durante la proiezione”.
Ci tranquillizzi dicendo che non cambierà mestiere.
“Certo che no. Il cinema è una passione e non si cambia. Vero che ci sono le piattaforme streaming, e che un film si può guardare anche sul telefonino. Ma per noi, e il nostro pubblico, vale solo il grande schermo. Altro che piattaforme”.